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Prof. Aldo de Vingolis
Una lacrima per i defunti evapora,
un fiore sulla tomba appassisce,
una preghiera, invece,
arriva fino al cuore dell'Altissimo.
S. Agostino
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Insigne intellettuale e galantuomo, il
professor Aldo de Vingolis, nato a Campobasso il 23 maggio 1921, è morto a
Santa Maria Capua Vetere, il 27 giugno 2009. Di eccezionali virtù morali e civiche, ha saputo arricchire l'orizzonte culturale di chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerlo ed apprezzarlo.
L'immensa cultura, l'originalità della ricerca (geneticamente in lui trasfuse anche da suo padre Silvio, di origini lucerine), la perizia didattica, la paterna sollecitudine per "l'io interiore" dei suoi allievi, erano ben note nel Liceo classico "Pietro Giannone" di Caserta, presso cui ha esplicato la sua luminosa opera di docente.
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Negli anni della pensione, e già 88-enne, persino le sue valutazioni sulla
"vita che volgeva al termine", continuavano ad essere espressione di
profonda saggezza e sorprendente serenità, di perenne attitudine
all'introspezione, al dialogo e al confronto dialettico.
In lui il valore della famiglia, ereditato anche dalla dolce mamma Irene, ha raggiunto vette significative e cospicue: incessante e virile è stata, infatti, la dedizione ai genitori, alle sorelle, al fratello, sapendo sempre cogliere - e risolvere - i loro momenti di difficoltà, con tempismo ed equilibrio.
Fratello amorevole, dunque, zio premuroso,
e compiacente "nonnino" per i pronipoti più piccoli: anche nel
privato, la sua bella mente, la delicatezza d'animo, la generosità munifica, la
vocazione al sorriso, gli hanno sempre riservato un ruolo di prim'ordine.
Certo, avrebbe voluto ancora vivere, per continuare a prendersi cura della
sorella Liliana - con cui ha condiviso buona parte dell'esistenza - come aveva
solennemente promesso alla mamma.
Con la sua dipartita, si conclude un pezzo di storia della famiglia de
Vingolis, ma contemporaneamente le si dà carattere di segnaletica, in grado di
orientare gli anni a venire.
Ora da Lassù, in compagnia dei suoi cari, Aldo, l'insostituibile "zio
Aldo", continua ad essere per tutti noi sicura guida a quei valori sublimi
che, nel corso della sua vita terrena, ha perseguito, insegnato e ispirato.
La sua pubblicazione "Dignità e libertà dell'uomo …", nel
confermare quanto egli apprezzasse il valore intrinseco e trascendente della
persona umana, possa sollecitare, i Buoni, ad una incessante preghiera di
suffragio per l'illustre educatore, che ha saputo essere, in ogni momento, uomo
di coscienza, di coerenza e di pace.
Testo di Raffaele (Lello) Chiarello e Anna
Juanita De Lellis, nipoti del Professore
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25 luglio 2009 ·
Messa di trigesimo dalla morte: |
Fresche le mie parole ne' la sera ti sien come il fruscio che fan le foglie ... Gabriele D'Annunzio |
La tua presenza è stata dominante, sebbene mai indiscreta, per alunni, familiari, amici… Eri un padre, anche senza aver generato figli; eri equilibrio e volontà, eri insegnamento per tutti, al di là della cattedra, e lo sei tuttora … al di là della vita. Le tue parole, Aldo, indimenticabile zio Aldo, avevano il timbro dell'autenticità, dell'autorevolezza e nessuno si è volontariamente sottratto al tuo consiglio, alla tua dialettica serrata, alla tua limpida visione del mondo, all'acume intellettivo, all'enciclopedica professionalità. Il tuo agire da gentiluomo, la rettitudine a tutta prova, la cortesia d'altri tempi, la percezione dell'equità e dell'etica, la morigeratezza ed il rigore, la viva memoria dei tuoi Cari, che ci avevano fatto da "staffetta" per le vie del Cielo, la tua cultura, poderosa ma mai tronfia, sono stati fondamenta su cui erigere rapporti e contatti … Emozionandoti per le nostre gioie o amarezze, a tutti noi hai saputo proclamare il tuo affetto, tu, così schivo, eppure così traboccante di premure! |
Scuola e famiglia sono state: passato, presente e futuro per te; ideali per cui sacrificarsi e lottare, percorso e meta, orizzonti da rincorrere e quotidianamente toccar con mano. Fiero, irreprensibile, altruista e sagace, riempivi di significato la vita, quella vita che percorrevi in lungo e in largo, con passo ardito, con sguardo sicuro, con gesto d'amore. Sì, sei stato un grosso intellettuale, ma hai saputo farti bambino, negli ultimi giorni, e ripetere preghiere e formule religiose rimaste nitide nella tua tersa coscienza … Il Cristo misericordioso perciò, il Cristo che "affanna e che consola", il Cristo che, allargando le braccia crocifisse, tutti "attrae a Sé" nel Suo Regno beato, oggi dolcemente ci rassicura: giungerà l'alba luminosa in cui ancora c'incontreremo, ci abbracceremo, ci sorrideremo… Nell'attesa, il tuo ricordo non rimarrà muto … sarà sempre, per il nostro cuore, arpa che vibra, richiamo di casa! Anna Juanita De Lellis, nipote |
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