Museo - Summary

 

DOPO LA SERIE DI FURTI

Trasloca il materiale

del Museo di Piedimonte

(articolo apparso sul quotidiano “ROMA” Anno 112, n. 277, mercoledì 10 ottobre 1973, p. 6)

 

 

La notte dal 25 al 26 u.s. il Museo Civico di Piedimonte Matese è stato visitato, per la terza volta, dai ladri. A seguito di ciò le Sovraintendenze di Napoli hanno deciso il trasloco del materiale. Abbiamo creduto bene interrogare il prof. Dante Marrocco che lo dirige, il quale ci ha detto: “accetto l’intervista. Con le sovrintendenze ho chiarito l’accaduto, ma anche il pubblico ha diritto di sapere. Ed eccomi a rispondere”.

 

-   Quali sono stati i particolari del furto?

 

-   Alle 9 del 26 settembre sono stato avvertito da un bidello delle scuole. Al Museo ho trovato i carabinieri, un vigile e alcune persone. Constatammo l’entità del furto e l’itinerario del ladro. In serata ho appreso che alle quattro di notte, durante il temporale, una macchina è partita a tutta velocità dal Largo S. Domenico per via S. Rocco. Il ladro ha preso tutte le monete rimaste dopo il furto del 1966, e quelle donate dopo dal concittadino Riselli, una quantità di vasetti sannitici, alcune acquasantiere del ‘700, e tre quadri. Il valore di questo materiale è elevato. Come spazio, tutto insieme, occupa poco.

 

-   Su chi ricade la responsabilità?

 

-   La responsabilità immediata ricade sul custode. Egli è partito lasciando la famiglia sul posto, ma il campanello elettrico di allarme come egli stesso aveva impiantato del 1966, era rotto, e sarebbe stato aggiustato al suo ritorno! Superficialità gravissima per un custode che lascia da giorni guasto l’apparecchio di allarme. C’è poi anche una responsabilità dell’Amministrazione Comunale. Quando nel 1966 questo custode fu allogato nell’edificio, mi sapete dire che poteva fare senza telefono, senza sirena d’allarme e senza una pistola? E, in ultimo, sottoposto anche a procedimento di sfratto?… E non posso e non devo, tacere la lentezza ad eseguire accomodi, come quello segnalato il 26 agosto scorso, urgente per il portone sgangherato, che a tutt’oggi deve essere ancora puntellato da dietro ogni sera!

 

-   Che ha detto il Sindaco del furto?

 

-   Io non ho visto nessuno. Solo un vigile era al Museo: Girardi. Al Comune ho portato di persona la notizia scritta del furto. Ho fatto il mio dovere a segnalare il terzo furto che avviene al museo, alle Sovrintendenze di Napoli; e queste hanno deciso il trasloco.

 

-   Quanti oggetti sono stati trasferiti? Ritorneranno più?

 

-   Pur dopo le periodiche visite del bravo ladro che opera su commissione (di questo son convinto) vi sono sempre centinaia di oggetti riguardanti la protostoria sannitica, scavati a Piedimonte e S. Potito, belle ceramiche, quadri, armi, lapidi; le sovrintendenze che rappresentano lo Stato, hanno portato presso i loro depositi il materiale, a titolo temporaneo, e cautelativo. Tutto ritornerà: ma quando?… quando il Comune metterà una seria sorveglianza all’edificio. Non è stato piacevole per me e per tanti di Piedimonte questo trasferimento, ma bisogna convenire che è l’unico modo di salvare quel che resta. Inutile tentare di non far partire da Piedimonte il museo. Restando ancora qui, nelle attuali condizioni significherebbe tenerlo a disposizione del ladro che visita da anni le chiese, la collezione civica, palazzo ducale, le masserie… Che è meglio?

 

-   Il comune che ha dato finora per il museo?

 

-   Dà al custode alloggio ed energia elettrica: 500 lire domenicali a chi fa pulizia; ultimamente ha fatto accomodare le finestre. Per acquisti, niente. Non esiste perciò un consiglio di amministrazione. Strano il fatto che, nel luglio 1970, l’Amministrazione comunale promise al Prefetto di Caserta che avrebbe dato al museo e alla biblioteca un contributo di L. 470.000. Strano dico, perché io, per acquisti di libri e di oggetti per rifacimenti di vetrina (da sottoporre al Consiglio amministrativo) non ho avuto una lira.

 

Salvatore [Di] Baia

 

 

 

 

 

 

 

 

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