Museo - Summary

 

Domenico Caiazza

Il territorio alifano in età sannitica

(in Il territorio alifano – Archeologia, storia, arte, 1990, pp. 25-74: stralcio pp. 45-46)

 

 

[…]

Sul Cila, oltre a ceramiche preistoriche che dimostrano l’antichità di frequentazione del sito, è stata rinvenuta l’unica iscrizione osca dell’Alifano di cui si abbia notizia.

È incisa su un frammento di lastra di tufo nero con la faccia ben levigata, dai margini irregolarmente frammentati, salvo quello sinistro meglio conservato. È spessa cm 10 circa, e misura cm 45 di base e 20 di altezza.

In alto sono tracce d una V o forse di una U mancante dell’estremità superiore, mentre ne resta l’apice inferiore alto cm.3. Più in basso di circa cm 6,5 è l’iscrizione sinistrorsa ---) S T L V S.

La T misura cm 8, la L cm 6,3 la V cm 8, la S cm 14. Della prima lettera da destra la lettura è incerta: la presenza di una scheggiatura dalla destra tra il piede della T e la parte inferiore di tale lettera suggerisce la reintegrazione in S della lettera. In tal senso sembra deporre anche la lettura del Marrocco,forse anteriore alla scheggiatura. Diversamente tale lettera va reintegrata in un K, del quale residuerebbe solo il segno > ma è improbabile.

La distanza tra le lettere è di cm 3,5 tra la S e l’asta orizzontale della T, e di cm 2,3 tra questa e la I, segue la V a cm 6,5 ed a questa la S il cui angolo superiore è a cm 2,5 dall’apice superiore della V. Piccole abrasioni sono nella parte bassa della V e tra la T ed il S.

Non si riscontrano segni di interpunzione.

Sotto la S sono due segni forse casuali o ipoteticamente attribuibili ad una V restata priva della parte inferiore.

Le lettere sono incise con uno strumento assai tagliente che ha iimpresso segni profondi e ben definiti a sezione triangolare, forse un’ascia usata per cavare il tufo.

L’iscrizione è oggi affissa in un locale a cupola nel Museo di Piedimonte d’Alife e deve essere ivi pervenuta dopo il 1926-27 anni in cui R. Marrocco ed il Maiuri pubblicarono materiali del Museo provenenti dal Cila senza menzionare il frammento.

Dante Marrocco nel 1951 riportando dal Maiuri la descrizione di tali reperti aggiunse che negli anni seguenti al 1923-24 il Cila ha continuato a dare altro materiale preromano e romano: …”Vi si trovò pure una collana di otto chicchi di terracotta scanalati ed un rammento di tufo di cm 47 x 26 su cui si legge soltanto ZVVTZ”. Si tratta appunto del frammento da noi descritto, ripubblicato poi dalla R. Antonini nel 1977 c0n la lettura ]STLVS ed accolto nella raccolta del Poccetti al n. 140.