IL MUSEO CIVICO
(Tratto da
"Piedimonte Matese", I ediz.,
1961, pp. 295-298; II ediz., 1980, pp.
306-309; III ediz., 1999, pp. 307-310)
Sintesi dell'arte, della cultura
e dell'origine nostra è il museo civico, fondato nel 1912. Fu detto Museo
alifano per la prevalenza del materiale archeologico di epoca sannitica e
romana, quando tutta la nostra zona era illustrata dalla sannitica città di
Alife. Fondatore è stato mio padre Raffaele
Marrocco, cui si deve anche il catalogo.
Dal '12 al '26 il materiale fu
raccolto in un ampio locale del monastero di S. Salvatore, dal '27 è passato
nella sede attuale, già adibita agli uffici della Sottoprefettura. Finanziato
dalla Provincia e dal Comune fino alla guerra, è senza sussidi, affidato solo
alla gentilezza dei concittadini, che sempre vi donano qualche oggetto.
Nel 1953 è stato accresciuto di
una nuova sala lapidaria, e provvisoriamente
di una Bibliotheca Scriptorum loci ove
si raccoglie quel che i nostri hanno pubblicato, e quanto da altri si scrive
sulla nostra terra, passata nel '65
all'associazione storica.
Nel 1945, ad opera di militari,
accasermati nell'edificio, ha subito un furto di monete e fucili. La perdita
grave è stata quella del didramma d'argento, proprio di Alife, risalente al
quarto secolo av. Cr.. Era il pezzo più caratteristico della raccolta.
Contiene nell'antiquario una
piccola vetrina geologica con le conchiglie fossili del Matese (vetr. 7) e il
plastico del massiccio, dono della S. M. E., manufatti dell'epoca della pietra,
terrecotte dei secoli V-II a. C., e nel vetrinone (5) terrecotte delle fabbriche sannitiche a San Potito.
Aveva
[Ha] una buona collezione di monete, fra cui di rarissime di Caiatia e
Compulteria (Alvignano), e monete private dell'epoca pre-imperiale. Nel
lapidario stanno tombe preistoriche e romane. Vi si conservava il busto e gli spartiti del Vessella, la
biblioteca con i corali miniati del '400, numerose pergamene, di cui la più
antica è del 1223 e la più recente è il diploma di Carlo VI (1730), che dà a
Piedimonte il titolo di città e una raccolta di
documenti. Segue una saletta con ceramiche cerretane e locali, dei
Battiloro, una piccola armeria dove sono anche ricordi del Risorgimento, fra cui
la bandiera della Legione del Matese. Un'ultima saletta raccoglie una quadreria
piccolissima: vi è fra l'altro il S. Bartolomeo del concittadino F. De
Benedictis, varie tele di scuola napoletana del '600-'700 e opere recenti del Fabbricatore
e del Bocchetti e di altri.
Le
sventure del museo cominciarono nell'Agosto 1966, quando lo scrivente lo
illustrò alla RAI-TV. I ladri ignoranti del posto seppero che esisteva. In due
furti, le notti del 20-30 Agosto, e del 3-4 Settembre portarono via quasi 700
monete, fra cui qualcuna rarissima. Il Comune pose un custode, e ci furono
alcuni anni di calma. Strano però il fatto che i furti ripigliarono. La notte
del 25-26 Luglio '73 sparirono 100 monete d'argento donate dal concittadino C.
Riselli, ed infine la notte del 3-4 Gennaio '74 fu portata via mezza vetrina di
terrecotte sannitiche e rare ceramiche cerretesi del '700.
Non
rimaneva che far ritirare il materiale rimasto dalle sovrintendenze, in luogo
sicuro, in attesa di tempi migliori. Rimase sul posto il pesante materiale
lapidario.
Con
quanto dovrà tornare è ancora una notevole collezione che interessa vari pesi
del Medio Volturno, Piedimonte, Alife, Ailano, Sant'Angelo, San Potito,
Alvignano, Caiazzo, Faicchio.
Il museo è certamente piccolo, ma
raccoglie quanto interessa la nostra zona dalle lontanissime epoche geologiche,
alla storia antica del Sannio alifano Pentro,
a quella più recente di Piedimonte. Sta È
sulle guide turistiche e negli elenchi ed annuari degli istituti di cultura, e
viene visitato non solo dalle scuole, ma da studiosi italiani e stranieri che
hanno anche illustrato le loro opere col suo materiale. Ora è in progetto un
suo totale rimodernamento.
N. B. Il testo della I edizione è quello
scritto in nero comprese le parti cancellate. Alle edizioni successive è stato
aggiunto quanto compare in colore verde e tolto quanto barrato.