INDUNO
OLONA Agosto 1970
Egr.
Sig. Prof. DANTE MARROCCO – Via Sorgente
PIEDIMONTE
MATESE
Carissimo Professore, come Le ho accennato nella mia
precedente lettera dello scorso luglio, ora Le invio, tramite mio nipote
TONINO, le seguenti monete che spero potranno essere utili per le vetrine del
Museo.
Beninteso esse non possono sostituire degnamente
quelle molto più rare ed interessanti, dolorosamente scomparse tempo fa;
servono quanto meno a riempire i numerosi vuoti che destano molta tristezza.
PAPALI (Stato della Città del Vaticano): |
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Pio XI |
Cent. 10 (Cu) del 1930 (rara) e Cent. 10 (Cu) del
1935 pure rara; |
Pio XII |
Lire 10 (Italma)
1951 e Lire 10 (It.) del 1952; |
Lire 10
(Italma) 1953 e Lire 5 (It.) del
1953; |
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Lire 5
(Italma) 1951 e Lire 5 (It.) del
1952; |
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Lire 100 (Acmo) degli anni 1955 e 1956 (n. 13), il
1962 è doppio perché vi è la moneta del Concilio Ecum. Vatic. II (rara). |
SAVOIA:
Carlo Felice: Cent. 50 (Arg.) del 1826 (zecca di
Torino) Rara.
Vitt. Em. II – Umberto I e Vitt. Em. III: Da un
centesimo per gli anni:
1867 – 1900 – 1904 – 1914 – 1915 – 1916 – 1917
(rara) – 1895 e 1910 (rara).
I segni di zecca sono vari: M (Milano) – R (Roma) –
Prora, ecc. Vedi accluso bigliettino.
Da Cent. 10 (rame), di Vitt. Em. II: anni 1863 –
1866 e Cent. 5 del 1861
Da Cent. 10 (rame) di Umberto I del 1894.
Per Vittorio Emanuele III, n. 25 pezzi da Cent. 10
(rame) comprendente il tipo “Ape sulla rosa” e “Fascio o Aquila Imperiale”,
degli anni dal 1920 al 1943. N. 25 pezzi da Cent. 5, del tipo “Spiga” e
“Fascio, ecc.”, degli anni dal 1919 al 1942.
Vi sono anni in cui la moneta è stata coniata in
rame e in bronzo, come il 1939 (tipo Fascio); anni in cui è stata coniata in
rame sia per il tipo APE che per il FASCIO, come il 1936 e 1937. Uguale
discorso vale per il 5 centesimi.
Due pezzi da Cent. 50 (nichel) del 1920: una col
bordo liscio ed una col bordo rigato.
Lire 10 argento del 1927 e L. 1 arg. Del 1913.
0,20 Lek Albania (Acmonital) del 1939.
N. 12 pezzi da Cent. 20 (nikel) di cui due del tipo
esagonale (1918, e 1919) e 10 del tipo “donna nuda volante”.
Buono da 2 lire (rame, circolante nella Fiera
Esposizione di Milano del 1928, ma convertibile). Al D/ (diritto): Vitt. Em.
III a d. (destra), e al R/ (rovescio): “Genio a Cavallo” con la scritta
intorno: “Capo del Governo Benito Mussolini”. Questa moneta venne coniata nella
serie dei tre pezzi (uguali, anche come diametro), in oro, argento e rame,
tutti e tre rari.
REPUBBLICA ITALIANA:
n. 6 pezzi da L. 2 degli anni 1953 – 54 – 55 – 56 –
57 – e 59;
n. 9 pezzi da L. 1 dal 1951 al 1959.
Queste “lirette”, pur essendo ancora “monete a corso
legale”, non sono più in circolazione.
Caro Professore, per la nostra “LIRA” si può
scrivere una strana ed avventurosa storia che risale al periodo carolingio
(780-790 d. C.).
Per circa mille anni essa non è mai esistita come
moneta effettiva ma soltanto di nome e spesso come moneta “di conto”, fino al
1800 circa, quando cioè Napoleone la istituisce come moneta reale metallica.
Oggi a causa della continua svalutazione, essa è
destinata a ritornare la moneta “fantasma” dei secoli scorsi. Ormai, a giudizio
degli studiosi della finanza, essendo forzosamente superata, s’impone una
radicale riforma del valore ponderale della lira italiana, o con la istituzione
della “lira pesante”, come è avvenuto col franco francese, oppure con la
probabile istituzione della “moneta europea” nel vasto programma del mercato
comune che, col tempo dovrà raggiungere aspetti e sviluppi ben superiori a
quelli che noi ora riteniamo di sapere o di prevedere. Avremo tempo di
parlarne.
Aggiungo infine, alcuni denari di Imperatori Rimani:
Gordiano III il Pio (224-244 d. C.); Filippo II (237-249); Gallieno (218-268),
e del precedente periodo della Repubblica (Magistrati Monetari Romani), quali:
denaro (argento) della Famiglia “Servilia” del 124 a. C.; della Famiglia
“Egnautelia” del 101 a. C.
Aggiungo anche un “Prezzario Monete” Ediz. 1967, non
già per farLe conoscere i valori delle monete (del resto notevolmente superati
dopo quattro anni!). Glielo unisco per tutt’altro scopo, cioè ritengo che potrà
esserLe utile per conoscere buona parte della numismatica “decimale”, cioè
quella che inizia dopo il 1800, per decisione di Napoleone. L’opuscolo non è
completo perché mancante di alcuni settori, come la monetazione della Liguria,
del Piemonte, dello Stato Pontificio da Pio VII a Gregorio XVI, della
Repubblica Cisalpina, Subalpina, ecc., tuttavia ritengo che potrà esserLe utile
lo stesso. Mi spiace che è molto usato e porta svariatissimi miei segni di
riscontro con listini, cataloghi d’aste, di mostre, ecc.
Ad evitare confusioni io Le ho sottolineate con un
tratto in rosso, lungo così ___________, tutte le monete che brevemente ho descritto sopra (decimali,
beninteso), così Lei le ritrova facilmente.
Forse Lei avrà acquistato quel “Manuale della Numismatica”
di Remo Cappelli, di cui mi chiese glie estremi due anni fa, e così ora assieme
a questo opuscolo “Prezzario”, sia pure ediz. 1967; potrà risultare
interessante.
Mi spiace infine di non poter aggiungere monete di
maggior pregio, valore e stato di conservazione, come avrei potuto fare
agevolmente oltre un anno fa, quando disponevo di forti quantitativi. Spero che
quelle ora accluse possano servire almeno come “ricordo” di tipi di monete
(come ad esempio i “palanconi” di Vitt. Em. II e di Umberto I – 10 Cent. e 5
Cent.), con i quali, persone “anziane” come me hanno giocato da ragazzi, e che
per le nuove generazioni invece sono del tutto sconosciuti, ad eccezione di chi
pratica la numismatica, sia come studio e sia come collezionista. Ora La
lascio, sperando che sarà gradito questo mio modesto quantitativo di monete,
senza pretesa di rappresentare notevole valore. La saluto con stima e
cordialità.
Carlo Riselli.
(allegato)
Induno Olona, Agosto 1970
Caro Professore, per mancanza di spazio aggiungo questo
foglietto alla mia lunga lettera per dirLe che mi scusi la mia lunga
“chiacchierata” e per ultimo mi consenta un consiglio. Tutte le monete,
indistintamente, di qualunque metallo siano composte, soffrono, cioè si
corrodono, sbiadiscono, cioè perdono col tempo la loro patina naturale, se
stanno a contatto diretto col velluto rosso e molto peggio avviene con la
materia plastica trasparente, ecc.
Sarebbe bene che tutte le monete siano appoggiate su
un quadrato di carta bianca, con la descrizione, evitando così il contatto
diretto col velluto o altro materiale dannoso.
A suo tempo parleremo meglio di questo particolare
argomento, molto importante, e che io ho curato subito fin dall’inizio, perché
la buona conservazione delle monete è un fatto fondamentale per qualsiasi
raccolta.
Ho avuto lunghi colloqui con esperti di materie
plastiche, direttori di cartiere, ecc. e sono in grado di poterLe fornire
interessanti notizie su questo argomento. Mi scusi di nuovo e con i mie
rinnovati saluti mi dico,
Carlo Riselli
Firma
Caro
Tonino, consegna queste due lettere al Prof. Dante Marrocco, appena arriva il
pacco “Assicurato”. Grazie.