MUSEO ALIFANO
DOCUMENTI PER LA STORIA DEI
PAESI DEL MEDIO VOLTURNO
IX
DANTE MARROCCO
Arti Grafiche Ariello
NAPOLI
1965
Questo documento pergamenaceo è
conservato nel Museo Alifano al numero
349 del vecchio catalogo.
Benché a prima vista dia
l’impressione di essere estraneo alla collana dei documenti per la storia dei
paesi del Medio Volturno, ciò si rivela subito infondato, in quanto Casa
Pandone comincerà in quel tempo ad essere una delle principali della zona.
Capoluogo dei loro domini sarà Venafro, e Venafro dà inizio in alto al Medio
Volturno. Perciò siamo nei termini che ci siamo prefissi.
Il documento è poi importante
perché è un breve pontificio, e l’intervento papale in diplomi non strettamente
ecclesiastici, è stato rarissimo in quei piccoli centri, e nelle stesse grandi
famiglie che vi hanno dominato. A ciò si aggiunge il fatto che non è
pubblicato, non è conosciuto, non è contenuto in nessuna delle grandi
collezioni diplomatiche che fanno capo al Migne, al Kehr, ecc. Nonostante sia
mutilo alla fine, entra perciò nella storia del Pontificato romano in Italia
per quel suo contenuto morale, dalla casistica semplice e lineare che lo
distingue e lo caratterizza, non saprei dire se con severità o con
condiscendenza maggiore.
Ecco il testo:
Bonifacius episcopus servus servorum dei Venerabili fratri Archiepiscopo Neapolitan, Sal… olicam benedictionem Rationi congruit et convenit / equitati ut ea que de Romani Pontificis gratia processerunt licet eius superveniente obitu lictere apostolice confecte… nerint super illis deb… atur effectum / dudum siquidem pro parte dilecti filij Caroli Pandoni Civis Capuani… mulieris / Neapolitane exposito felicis recordationis Urbano pontifici vj predecessori nostro quod propter nonnullas guerras que olim inter ipsorum Caroli et… cessores / et progenitores exorte fuerant, et timebantur inter ipsos consanguineos alie exoriri, ad sedandum huiusmodi guerras tractatum fuerat… etiam tra / ctabantur quod ipsi Carolus et Maruccia invicem matrimonialiter copularentur, sed quia ijdem Carolus et Maruccia erant insimul Quarto consanguinei / tatis gradu conjuncti, huiusmodi tractatus ad effectum perduci nequibat dispensatione super hoc apostolice… obtenta, ac pro parte ipsorum Caroli / et Maruccie eidem predecessori humiliter supplicato ut eis super hoc de opportune dispensationis… providere dignaretur, idem predecessor / voluit et concessit videlicet vj Id. Aprilis Pontificatus sui Anno Secundo, ut si esset ita, et d… Maruccia propter hoc rapta non fuis / set cum ipsis Carolo et Maruccia ut insimul matrimonium libere contrahere et in eo postquam contractum esset licite remanere possint, au / ctoritate apostolica dispensaretur. Ne autem pro eo quod super huiusmodi dispensationis gratia lictere apostolice dicti predecessoris cuius superveniente / obitu confecte minime extiterunt, ipsi Carolus et Maruccia huiusmodi dispensationis frustrentur effectu, volentes et auctoritate apostolica / decernentes, quod huiusmodi dispensatio perinde a dicta die vj Id. Aprilis suum sortiatur effectum ac si eiusdem predecessoris littere sub / ipsius diei datis confecte fuissent prout superius enarratur, quodque presentes littere ad probandum plene huiusmodi voluntatem et conces / sionem predecessoris eiusdem ubique sufficiant, nec ad id probationis alterius adminiculum requiratur, fraternitati tue per apostolica scripta / mandamus, quatenus cum eisdem Carolo et Maruccia dummodo ipsa Maruccia propter hoc ut prefertur rapta non fuerit, ut ipsi non ob / stante huiusmodi consenguinitatis gradu, matrimonium invicem libere contrahere, et in eo postquam contractum fuerit licite remanere vale / ant auctoritate apostolica dispenses …rolem ex huiusmodi matrimonio suscipiendi legitimam nunciando. Datum Rome apud Sanctumpetrum … Pontificatus nri…
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Non volendo uscire dalla direttiva della collana, da un documento di indole personale, privata, da una norma sancita dai canoni, applicata ad caso singolo, non passerò ad una disquisizione sul pontefice.
Solo qualche parola per
orientarci sulla data che manca. Papa Bonifacio IX è un napolitano, Pietro
Tomacelli. Salito trentaseenne sulla cattedra di S. Pietro vi si trovava
stretto in una situazione non certo lieta: il grande scisma di Occidente.
Pontificò fra scosse di vario genere, dal 30 Ottobre 1389 al 1 Ottobre 1404. Il
miglior giudizio su di lui l’ha dato S. Antonino.
Passiamo ai Pandone. Sono
longobardi, di Capua. Dagli storici della nobiltà napolitana – Aldimari,
Ammirato, Aloe (Tesoro lapidario napolitano), Campanile, Capaccio, Ciarlante,
Contarino, di Costanzo, Engenio, Giustiniani, Granata, de Lellis, della Marra,
Mazzella, Rossi Flaminio, Terminio, Tutino – si ricava la storia generale della
Casa, spesso innestata agli avvenimenti del regno. Tralasciando tutti gli altri
numerosi loro feudi, dal semplice elenco di terre possedute intorno al Matese,
si può vedere di che entità sarà nel ‘400 il loro retaggio feudale nella zona.
Oltre a Boiano duchea, e a Venafro contea, possedevano Ailano, Campochiaro,
Cantalupo, Capriati, Carpinone, Castellone, Castelpetroso, Castelpizzuto,
Cerro, Ciorlano, Fossaceca (Fontegreca), Gallo, Guardia, Letino, Mastrati,
Prata e Pratella. Loro monumenti funebri sono oltre che a Napoli, in S. Maria
la Nova, a Boiano e Venafro.
Carlo Pandone appare dal
documento pontificio, cittadino capuano, e tale è anche Maruccia sua moglie. Il
matrimonio fra loro avrebbe dovuto sedare una serie di discordie. Ma c’era la
consanguineità. Occorreva la dispensa, che fu chiesta a Papa Urbano VI, altro
napolitano. Questi, l’8 Aprile del 1379, anno secondo del suo pontificato,
aveva concesso la dispensa, sempre che non vi fosse stata violenza e ratto di
persona. Poi era morto, ma le lettere non erano state spedite. Ecco la ragione
del breve attuale, diretto a Nicola Zanasi arcivescovo dal 1384 al 1389, o con
più probabilità ad Enrico Minutolo, successore di S. Aspreno dal 1389 al 1400:
alle note condizioni, accordi la dispensa e legittimi la prole.
Il Breve, in elegante carattere
umanistico con leggeri tocchi gotici, è rovinato in tre punti, ed è ritagliato
stupidamente in basso, proprio dov’era l’anno di pontificato. Sul verso ha il
regesto in corsivo moderno, assai sbiadito, e perciò illegibile. Nella parte
tagliata traspaiono appena le parti superiori di una A (e sarà Anno) e S (e
potrà essere Secondo, e cioè 1390).
Carlo Pandone, col suo scudo
bandato di rosso e di oro, alla fascia di vajo traversante sul tutto,
accompagnò Re Carlo III contro Luigi d’Angiò. Erano capitani con lui il Gran
Contestabile Giannotto Protogiudice conte di Acerra, Giacomo Stendardo di
Arienzo, Roberto Orsini Conte di Nola, Giacomo Gaetani di Piedimonte, Roberto
Sanseverino, Luigi di Janvilla, Guglielmo di Tocco, ed altri. In battaglia,
presso Barletta, restò prigioniero.
Se la dispensa fu chiesta nel
1379, e l’8 Aprile di quell’anno decisa da Papa Urbano, il quale morì nell’89,
è inspiegabile che, durante dieci anni le lettere apostoliche non furono
inviate, al punto da richiedere di nuovo la dispensa a Papa Bonifacio… Ma è
proprio così. Il pontefice, richiesto dai coniugi (?), invia ora la dispensa,
riconoscendole un’anzianità di circa dieci-undici anni, e ciò agli effetti
della legittimazione della prole. Dunque Carlo e Mariuccia vivevano more
uxorio, e dall’unione era nato Francesco, primo conte di Venafro di Casa
Pandone[1].
[1] Sul primo e secondo matrimonio di Mariuccia de Capua, l’Ammirato al contrario del de Pietri, Termindo, Marchese e Ciarlante pone come 1° marito il Sanframondi, come 2° il Pandone. Ma il breve pontificio dimostra il contrario.