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   Ricordo della mamma (di Michele Giugliano)

 

 

 

Era stata appena ultimata la stampa dell’Annuario 1999 dell’ASMV quando, il giorno 6 settembre 2000, alle ore 9.20, ci ha lasciati per sempre la N.D. Maria Filomena Sgueglia Giugliano, la mia mamma (v. foto).

 

Donna Maria (così era chiamata fin da fanciulla), all’età di quattro anni, aveva perduto la mamma, una bellissima e colta (era laureata) signora, ed era vissuta nell’antico palazzo di famiglia (Palazzo Sgueglia), nel comune di Dragoni, frazione di Maiorano di Monte, con il padre don Giacomo, due fratelli, la nonna paterna (che le fece da mamma), uno zio prete e due austere zie.

 

Ma, durante la guerra 1915-18, anche le due zie morivano, stroncate dalla malattia detta “spagnola”; e così ella, sopravvissuta per miracolo al morbo, era costretta ad interrompere gli studi superiori per dedicarsi con cura ai suoi congiunti.

 

 

 

 

 

 

 

Sig 

Durante una cerimonia nel suo palazzo, conobbe un giovane sottufficiale dei Carabinieri (mio padre, don Pasquale, v. foto in divisa, dell’anno 1920 circa) che, terminati gli studi liceali nel Seminario di Nola, ne era uscito per rendersi utile alla Patria in guerra e che, allora, era in servizio presso la vicina stazione dei Carabinieri del comune di Alvignano.

 

Dopo il congedo dall’Arma del sottufficiale, i due giovani si sposarono e andarono a vivere a Caiazzo, in un palazzo della famiglia.

 

Qui donna Maria diede alla luce tutti i suoi figli: Albina (+11.9.2007, v. foto), Grazia, Giuseppa, Antonio (deceduto a otto anni), Raffaele (morto a soli undici mesi), Michele, Giovanni ed Anna.

 

Qui ella educò con saggezza, nel pieno rispetto della fede cristiana, i suoi figli, avendo a sostegno i consigli avuti dallo “zio prete” e l’esperienza derivata dall’insegnamento della dottrina cristiana ai ragazzi del suo paese.

 

Per ciascuno dei suoi figli donna Maria fu una saggia maestra: la sua guida e il suo insegnamento durarono per tutta la vita.

 

Sempre in buona salute, volitiva, gioiosa e dolce, specie negli ultimi anni della sua esistenza, la nonna Maria (così era chiamata dagli innumerevoli nipoti), dava consigli, raccontava aneddoti e storie antiche; ricordava che da giovane cantava e suonava il mandolino, che suo padre le parlava spesso della mamma morta, narrandole che era molto bella e distinta, era laureata, conosceva alcune lingue straniere, suonava il pianoforte e ricamava con fili d’oro.

 

 

Bisnonna del Prof 

 

 

 

Spesso ricordava episodi che riguardavano i suoi illustri parenti ed antenati.

 

 

Diceva, ad esempio, che sua nonna, donna Maria Filomena de Marco (v. foto), aveva ricevuto un miracolo dalla Madonna (era stata guarita da una paralisi alle gambe), un suo zio (Joseph) era console in America, il padre della nonna era un bravo medico, la mamma della nonna apparteneva all’antica famiglia de Magistris; che la sua famiglia possedeva molti terreni e boschi, quasi tutti venduti nei primi decenni del XX secolo.

 

 

 

   

 

                       

       

Sgueglia-stemma

Dallo Stemmario Mattei del 1875, pag. 88, N. 232.

 

 

 

 

Innumerevoli, e tutti di notevole pregio, sono i famosi proverbi che mamma citava per abituarci ad avere un comportamento saggio nelle varie situazioni della vita.

Ne ho trovato una raccolta del 1817, dal titolo Massime Morali, su fogli scritti a mano, conservati in una Bibbia del 1852, appartenuta ad uno “zio prete” (non lo zio, don Raffaele, che stava in famiglia con la mamma, ma un altro dei tre della stessa antica casata, l’Arciprete don Francesco Antonio Sgueglia, vissuto molto tempo prima).

 

         Malgrado le sofferenze dovute alla perdita prematura del marito (deceduto a soli cinquanta anni), alla morte di due figli (Antonio aveva perso la vita in maniera drammatica, schiacciato dalle ruote di un pesante automezzo militare, nel 1943) e alla difficoltà di gestire da sola il patrimonio di famiglia (quando i figli erano piccoli e allo studio), donna Maria riusciva a comunicare a tutti allegria e fiducia nell’avvenire, consigliava di non legarsi troppo ai beni materiali, pienamente convinta che quanto c’è di buono sulla Terra è dovuto solo “alla grazia di Dio “.

 

 

 

Anche durante gli ultimi giorni della vita, quando ormai la fine era vicina, ella riusciva a rasserenare i figli, tutti intorno al suo capezzale.

 

Alla figlia Anna (professoressa di Storia e Filosofia, entrata in pensione per poter assistere meglio la mamma), che le aveva chiesto “Come stai, mamma ? ”, ella rispondeva, con un filo di voce e notevole sforzo fisico: “Meglio! ”.

 

Tra veglia e sonno, ella evocava, talvolta, il suo palazzo antico, i quadri imponenti, uno dei quali raffigurava uno zio prete accanto ad un cavallo, altri la nonna e le zie; e chiamava il padre, ne sentiva la presenza e il passo.

 

Ora donna Maria, nonna Maria, la mamma adorata, cui un improvviso male “valse a spezzar lo stame della vita” in pochi giorni, se n’é andata “in punta di piedi, come una perfetta signora” qual era, forse anche perché avvertiva il peso che sosteneva la figlia Anna la quale, con infinito affetto, l’assisteva e la curava come se fosse lei la mamma e mamma la figlia.

 

Ora, ella ci guarda, è sempre vicina a noi, e, ancora più di prima, continua a guidarci.

Per rendersene conto basta pensarla intensamente; e mamma entra nella nostra mente, nei nostri pensieri, e continua a parlarci, ad infonderci quel coraggio tanto necessario per proseguire il cammino, con i nostri figli, lungo il difficile sentiero della vita.

 

Dopo meno di due settimane dalla morte di mamma, la sorella Anna mi ha riferito che, al mattino, durante il  risveglio, ha la sensazione di “sentire” ancora la sua voce: ”Alzati Pupa” (Pupa è il nome con cui chiamiamo nostra sorella, fin dalla nascita).

Lo stesso nome, con voce flebile, era stato anche l’ultimo pronunciato da mamma, prima di morire: Pu-pa.

Rassicurati, Anna, la mamma è ancora accanto a te, come ha sempre fatto!

 

Per le persone buone e giuste, infatti, la vita è una sola: comincia su questa fredda Terra, offrendoci poche gioie, ripagate con molte sofferenze e lacrime, continua, senza mai terminare, in un mondo luminoso e pieno di armonia, alla presenza di Colui che tale vita volle donarci.

 

Ora sono certo che la mamma, tornata giovane, aleggia nei cieli, con quel sottufficiale che, da qualche tempo, spesso chiamava per nome; e riferiva ai figli che ormai era tempo che tornasse a lui, poiché per troppi anni ne era stata lontana.

 

Il devotissimo figlio Michele.

 

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