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S. Maria di Costantinopoli.
ç Chiesa di S. Maria di Costantinopoli allo Scorpeto.
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S. Maria di Costantinopoli, la chiesa dello Scorpeto, consacrata
a una devozione nata nel reame di Napoli fin dal 1452, quando una icone
bizantina della Madonna approdò in Calabria, e fu venerata come Odighitria, o
del buon cammino. La confraternita fondata nel 1626, restaurò o rifece una
precedente cappella, murandovi la lapide:
COSTANTINOPOLIS
VIRGO HAC VENERATUR IN AEDE / HANC ILLI EREXIT NOMINE DICTA SUO CONFRATERNITAS.
Era officiata da sei cappellani partecipanti, che il
9 Aprile 1713 firmarono i capitolati con gli ufficiali della confraternita.
Ha tre belli altari marmorei, e la cripta servì da
sepoltura agli scorpitari, e nel 1837-40 a tutta Piedimonte, non
potendosi seppellire più sotto le chiese in città per decreto di Re Ferdinando
II, in seguito al colera.
Il 21 Marzo 1732 il vescovo Iovone stabilì che vi si
poteva ritenere il Sacramento, senza ledere i diritti di S. Maria Maggiore.
La decadenza cominciò nel 1809, quando Murat non
riconobbe i crediti dei luoghi pii, e togliendo ad essi ogni autonomia, li
sottopose a commissioni di beneficenza (poi congreghe di carità, poi E.C.A.).
Con la svalutazione dei titoli di rendita è finita
anche l’officiatura festiva di questa chiesa, come di S. Sebastiano.
L’ultimo cappuccino di S. Francesco, fra Isidoro,
sfrattato di lì vi si rifugiò, curò il simulacro della Visitazione, e compose
per la festa del 2 Luglio una devota e bella canzone: «Su pensieri, volate,
volate – all’ebrea fanciulla Maria: - O dolcezza dell’anima mia, – ti saluto
dicendo così… ». Anche la novena era caratteristica. L’invocazione del corifeo
veniva completata dal popolo, ad eS. (corifeo, a una voce): O maria, madre
amorosa, (popolo, a due voci): senza spina, bella rosa…