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        Dal libro: Il Vescovato alifano nel Medio Volturno, di Dante B. Marrocco; Edizioni ASMV – Piedimonte Matese, 1979.

 

 

Cap. IV

 

I paesi della Diocesi

 

Censimento. – I dati del censimento derivano dall’Ufficio centrale di statistica di Roma[1].

 

Comune

Parrocchie

Superficie Ha

 

Popolazione residente

Popolazione presente

 

Ailano

Alife

Calvisi - Carattano

Castello del Matese

Letino

Piedimonte Matese

Prata Sannita

Pratella

Raviscanina

San Gregorio Matese

San Potito Sannitico

Sant’Angelo d’Alife

Valle Agricola

 

1

2

2

1

1

3

2

1

1

1

1

3

1

 

 

1.549

6.387

2.100 c.

2.148

3.167

4.134

2.112

3.444

2.248

5.635

2.283

3.391

2.442

 

1.717

5.811

 

1.204

997

10.098

1.805

 

1.196

1.336

1.595

2.438

1.485

 

 

1.611

5.790

1.250 c.

1.155

861

9.941

1.064

1.450 c.

1.297

1.259

1.551

2.308

1.265

 

Totali

20

43.022

 

32.362

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La superficie della parrocchia di Pratella è di ettari 2.500 c., e non combacia con quella del comune ripristinato nel 1909. Il confine della parrocchia sta a Fontana S. Arcangelo. La popolazione sta si 1.450 abitanti. Il confine delle parrocchie di Calvisi-Carattano sta sulla destra del torrente Arpénto-Vallone dell’erba bianca. Il territorio è esteso ettari 2.100 c. La superficie diocesana di Gioia e di Pratella è approssimativa. In tutto Kmq 430.

 

La storia religiosa dei paesi della diocesi non può che partire dall’editto di Teodosio del 392, per cui  chiusi i templi pagani, le popolazioni dei nostri piccoli paesi e campagne passarono cristiani per obbligo di legge.

Le prime domande sono: esistevano i nostri paesi? Che organizzazione ecclesiastica ebbero dal secolo V?

I paesi esistevano quasi tutti, anche se ridotti nel numero degli abitanti, anche se alquanto spostati dal luogo attuale, anche se logicamente non ancora «terre», con mura e castelli. Essi derivano dalla protostoria sannitica, anche se hanno nomi medioevali e cristiani[2]. Insomma, tranne Alife – la stessa dal terremoto e dalla ricostruzione del 369 – non bisogna immaginarli come sono attualmente.

Tracce paleocristiane finora sono:

1)     la lapide del vescovo Severo (V secolo),

2)     la lapide dei tre fratelli, trovata in San Gregorio, oggi introvabile (VI secolo).

Per il primo Medio Evo le numerose fondazioni di monasteri e di chiese, non ci riportano però a un’organizzazione. La documentazione di questa si trova nelle Rationes decimarum del 1308. Logicamente un’arcipretura, un beneficio tassati in quell’anno, esistevano da secoli.

Abbiamo in quell’anno una tassazione collettiva. Specificata è quella del 1325. Hanno un arciprete e varie chierici Ailano, Carattano, Piedimonte (compresi i casali), Prata, Pratella, Sant’Angelo de Robba canina, Tino (Letino).

 

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[1] Censimento 1971. Popolazione residente e presente dei comuni (Roma 1977).

[2] Cfr. Annuario 1975 dell’ASMV: Illustrazione del diploma dell’Associazione, 17.