■ Monte Muto: La Solitudine-b
ç Solitudine: Basilica S. Maria degli Angeli.
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Solitudine di S. Maria degli
Angeli.
– Fu ideata dal provinciale fr. Giovanni di S. Maria.
Il primo sentiero nel bosco fu tracciato dal
boscaiolo, di Castello, Ferrantone, e si arrivò alla rupe.
Il progetto dei frati era che l’eremo ricordasse
loro la Verna in Toscana e il Pedroso in Estremadura.
La piccola grotta in alto, sotto la rupe fu dedicata
a S. Michele del Gargano, le fabbriche della chiesa e del piccolo convento
terminarono dopo circa quattro anni, e la chiesa fu consacrata dal vescovo De
Lazzara:
CONSACRATA
FUIT BASILICA ISTA AB ILL.MO ET REV.MO DOMINO JOSEPH LAZARA EPISCOPO ALLIPHANO
/ DIE II AUGUSTI MDCLXXVIII.
Sul cancello d’ingresso, la lapide in alto è
attribuita alla religiosa poetessa arcade, principessa Aurora Sanseverino.
TACITURNI
ROMITI, O PASSEGGERO, / VIVON LIETI IN QUEST’EREMO BEATO, / CHE NON SENZA
PROFETICO MISTERO, / NE’ TEMPI ANDATI IL MUTO FU APPELLATO. / QUI SI CONVERSA
IN CIEL, QUI IN SPIRTO VERO, / DA MUTI E MORTI AL MONDO E’ DIO LODATO: / QUI
PARLA IL VERBO AL CORE. ENTRI CHI TACE / PERCHE’ ‘L SOLO SILENZIO E’ QUI
LOQUACE.[1][5]
Un viale ombroso, affiancato da una Via Crucis,
porta al grazioso santuario e alle cappelle sparse nel bosco. Sono: S.
Michele, in alto S. Antonio, fatta costruire dalla duchessa C.
Acquaviva; S. Pietro di Alcàntara, edificata per lascito di monS. G.
Munos, dopo il 1715; Natività, oggi diruta; S. Giuseppe, oggi
diruta, edificata nel 1781 dal P. Gaetano di S. Pietro, Provinciale, e
custodiva una copia di Fr. De Mura; quella dedicata a S. Giovan Giuseppe, dove
cadde il masso che stava per schiacciarlo, come ricorda la lapide:
D.O.M.
SACRUM / IN QUO LOCO B. JOHANNES JOSEPHUS A CRUCE / AB EXTREMO DISCRIMINE
COELESTI OPE SERVATU EST…
Nel 1779 fecero il lastricato innanzi alla chiesa e
il giardino sottostante; altri restauri vennero inaugurati il 2 Aprile 1905
fino agli ultimi, curati nel 1975-76 dal padre Nicola Borretti o.f.m., coi
quali sono state rifatte tutte le strutture interne.
Mettendo da parte qualche cimelio inaccettabile, e
le imitazioni (S. Sindone, S. Chiodi, Veronica), fra i cimeli ricordiamo quelli
riguardanti S. Giovan Giuseppe (la maschera di cera fatta da Maria de Matteis,
il bastone che volò nel duomo di Napoli, dove l’aveva perduto), e il velo di
monacazione di S. M. Maddalena de’ Pazzi; fra le relique insigni ricordiamo i
corpi dei santi martiri Petronio (a sinistra) Flaviano (sotto), e Vincenzo (a
destra). Il Provinciale fr. Gaetano scrive di averli avuti a Roma nel 1777,
furono rivestiti di porpora data dalla Regina M. Carolina; a Piedimonte furono
fermati al casino del duca, e la domenica 16 Settembre 1720 una processione,
preceduta dal duca e da tutti i galantuomini, si diresse all’Annunziata, poi a
S. Maria Maggiore, e il giorno seguente da S. Sebastiano le urne salirono a S.
Maria Occorrevole; nel 1782 si aggiunsero altre reliquie di S. Vito martire, S.
Donato vescovo e martire, e del beato Matteo da Girgenti. Su tutte emerge per
la singolarità, il sangue di S. Teresa di Avila † 5 Ottobre 1582 (per la
riforma del calendario calcolata al 15 Ottobre): la reliquia, portata a Napoli,
era passata dal vescovo di Pozzuoli Nicola de Rosa, al protonotario apostolico
Nicola de Bony, al principe di Piedimonte: il sangue era aggrumato, entrando
nella solitudine si sarebbe liquefatto, dal Dopoguerra è tornato aggrumato;
manca l’analisi chimica.
Bibliografia: Fr. Diodato dell’Assunta:
Fr. Giovan Giuseppe di Gesù e Maria, Fr. Casimiro di S. Maria Maddalena, v. S.
Giovan Giuseppe, nel capitolo sui Culti speciali; Fr. Gaetano di S. Pietro d’Alcantara:
Ragguaglio della restaurazione del convento della Solitudine… (Napoli 1779);
D’Andrea F. G.: Repertorio bibliografico dei frati minori napoletani (Napoli
1974); su storia e possessi di S. Maria Occorrevole: Anonimo: Sulla
controversia dei minori Osservanti Scalzi di S. Maria Occorrevole col signor
don Alessandro del Giudice di San Gregorio (Piedimonte 1883); (opuscoli)
Bovenzi C.: Il santuario di S. Maria Occorrevole di Piedimonte – Memorie
(Piedimonte 1910); Gervasi V.: Un sorriso di sorella acqua sul Monte Muto
(Napoli 1934); Principe L.: Andiamo a monte Muto (Napoli 1971).