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¾ San Giovanni Bosco (Don Bosco)

 

N.1. – Biografia.

 

Giovannino Bosco nacque a Becchi (attuale Colle Don Bosco), frazione di Castelnuovo d’Asti (ora Castelnuovo Don Bosco, nella provincia di Torino), il 16 agosto 1815, da Francesco e Margherita Occhiena.

 

Nel 1817 morì il padre, lasciando orfani Giovanni, il fratello Giuseppe e il fratello Antonio, avuto dal padre in un precedente matrimonio.

 

Fin da piccolo Giovanni aveva desiderato di aiutare i ragazzi poveri e senza affetti.

 

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Nel 1824 sognò che, secondo la volontà di Dio, avrebbe dovuto dedicare la sua intera esistenza all’educazione dei giovani abbandonati e avviati su cattiva strada. Questo sogno si avverò, perché Giovanni non fece altro che questo, per tutta la vita.

 

Infatti egli, ancora giovinetto, già intratteneva i ragazzi che conosceva con giochi alternati alla preghiera e all’istruzione religiosa.

 

Per poter realizzare questo sogno egli si fece prete, a costo di tanti sacrifici ed anche umiliazioni.

 

Nel 1826 Giovanni fece la prima comunione.

 

Nel 1827 lasciò la casa, per divergenze con il fratello Antonio il quale non sopportava che Giovanni studiasse e cominciò già a lavorare, come garzone di stalla e di campagna, ma contemporaneamente studiava.

Nel 1829, tornato a casa sua, conobbe Don Calosso, cappellano della chiesa di Morialdo, il quale comprese le sue aspirazioni per lo studio, gli insegnò le prime nozioni di latino e fu la sua prima guida spirituale.

 

Nel 1831, dopo la morte improvvisa di Don Calosso (1830), per continuare lo studio del latino seguì un corso a Castelnuovo, percorrendo dieci chilometri a piedi, ogni giorno, per raggiungere la scuola.

Nel novembre dello stesso anno si stabilì a Chieri, per continuare a studiare.

Qui per pagare le spese per lo studio e l’alloggio dovette lavorare come garzone e cameriere.

 

Dopo aver subito mortificazioni da parte dei compagni di scuola e dei docenti a causa della sua età (aveva alcuni anni in più dei compagni di classe) e della provenienza campagnola, divenne amico di molti ragazzi e fondò, nel 1832, con un gruppo di giovani, la Società dell’Allegria perché, secondo lui, i giovani devono essere contenti.

 

Ormai aveva conquistato la stima e l’affetto di tutti e lo studio proseguiva ottimamente.

 

Nel 1833 ricevette la cresima a Bottigliera d’Asti.

 

Nel 1834, incontrò Luigi Comollo, il primo ragazzo santo che conobbe nella vita, e l’ebreo Giona e divennero amici.

 

Il 25 ottobre del 1835 vestì l’abito ecclesiastico, nella chiesa parrocchiale di Castelnuovo e il 30 ottobre entrò nel seminario di Chieri, decidendo di diventare prete.

 

Nel 1939 morì Luigi Comollo e Giovanni si ammalò gravemente.

 

Il 29 marzo 1841 Giovanni fu ordinato diacono.

 

Il 5 giugno del 1841, finalmente, Giovannino fu ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di Torino mons. Fransoni, nella cappella dell’Arcivescovato. Il giorno seguente, celebrò la sua prima Messa nella Chiesa di San Francesco d’Assisi, all’Altare dell’Angelo Custode; era assistito da don Cafasso.

Nell’autunno dello stesso anno si iscrisse al Convitto Ecclesiastico di San Francesco d’Assisi per continuare i suoi studi teologici; visitò la città di Torino e scoprì la grave situazione dei giovani poveri e senza famiglia (immigrati) venuti in cerca di lavoro.

Nello stesso anno, il giorno 8 dicembre, cominciò la sua attività di educatore di giovani. In quel giorno, infatti, incontrò nella sacrestia della chiesa di san Francesco di Assisi il giovane “immigrato” Bartolomeo Garelli di Asti, e lo invitò ad un incontro settimanale con i suoi amici, cominciando, di fatto la sua attività dell’oratorio, nella città di Torino.

 

Nel 1842 fondò il suo primo Oratorio, nel sobborgo di Valdocco, accogliendo circa venti ragazzi.

 

Nel 1844 vennero all’oratorio di Torino molti altri giovani, per cui lo spazio disponibile diveniva insufficiente.

Nell’autunno dello stesso anno cominciò il trasferimento dell’Oratorio, prima presso l’Opera della marchesa Barolo, poi nel cimitero di San Pietro in Vincoli, presso i Molini di città, poi in casa Moretta e infine in un prato dei fratelli Filippi.

Questi ragazzi si mostravano molto vivaci e chiassosi e quindi erano mal tollerati dalla gente. Questi giovani, cosiddetti immigrati, provenivano da paesi anche lontani in cerca di lavoro, in seguito allo sviluppo dell’industria nelle grandi città del nord dell’Italia. Molte volte, spinti dal bisogno o dal desiderio di facile guadagno, si comportavano male e finivano anche in carcere.

Il comportamento di Don Bosco, che offriva protezione a ragazzi turbolenti, fu ritenuto sospetto dalle autorità civili e la gente cominciò addirittura a pensare che egli fosse pazzo. Ma Don Bosco proseguì per la strada intrapresa.

 

Nel settembre 1845 Don Bosco conobbe, all’Oratorio (presso i Molini di città), un bambino di 8 anni: Michelino Rua, ossia colui che sarebbe diventato il suo principale coadiutore e sarebbe divenuto suo successore nella guida della Congregazione dei Salesiani.

 

Nell’anno 1846, il 12 aprile, ottenne in affitto un tetto (la tettoia di Francesco Pinardi a Valdocco) e un piccolo terreno per i suoi giovani.

Nel mese di luglio del 1846, Don Bosco si ammalò in modo molto grave, ma le preghiere rivolte alla Madonna dai suoi ragazzi lo strapparono alla morte.

Nel mese di ottobre del 1846, Don Bosco pubblicò il suo primo libro: La Storia ecclesiastica ad uso delle scuole.

Il 3 novembre dello stesso anno Don Bosco condusse all’oratorio la madre Margherita, che avrebbe fatto da mamma ai suoi ragazzi. Inizia la sua attività scolastica in due stanze avute in affitto.

Nel mese di dicembre dello stesso anno don Bosco ottenne, in affitto, tutta la casa di Francesco Pinardi e così la scuola serale ebbe un notevole sviluppo.

 

Nel 1847 pubblicò La Storia sacra, nel 1849 Il sistema metrico decimale, nel 1855 La Storia d'ltalia e così di seguito, per circa 50 pubblicazioni.

Il 12 aprile dello stesso anno Don Bosco fondò, nell'Oratorio, la prima associazione di giovani, che chiamò Compagnia di San Luigi.

In quello stesso anno iniziò un corso di Esercizi Spirituali per i ragazzi più bravi, per individuare quelli che avessero vocazioni salesiane.

Ancora nel 1847 (Dicembre), Don Bosco aprì un secondo Oratorio (nei pressi di Porta Nuova), dedicandolo a San Luigi.

 

Nel mese di febbraio del 1848, Don Bosco dichiarò, a Roberto d'Azeglio, di non voler partecipare a certe attività politiche e di volerne restare “estraneo” per sempre. Così fece.

Nel mese di Marzo del 1848, in occasione della prima guerra d'indipendenza italiana, alcuni aiutanti di don Bosco (politicamente schierati) incitarono, contro di lui, i giovani più grandi degli oratori di Valdocco e di San Luigi, a tal punto che qualcuno gli sparò una fucilata dalla finestra della cappella, senza colpirlo.

Nell’autunno del 1848, Ascanio Savio, uno dei ragazzi di Don Bosco, vestì l'abito dei chierici: fu il primo di una lunga serie; egli restò quattro anni nelI'Oratorio, per aiutare Don Bosco. 

 

Nel mese di Gennaio del 1849, a soli quarantuno anni, morì Antonio, fratello di don Bosco.

Nel febbraio dello stesso anno Don Bosco fondò il giornale “L'Amico della Gioventù”, che pubblicò solo sessantuno numeri e poi dovette chiudere.

Nello stesso anno, poiché il Seminario diocesano era stato chiuso, don Bosco ospitò, all'Oratorio, diversi seminaristi, consentendo loro di poter continuare gli studi.

 

Nel 1850 Don Bosco fondò, presso l'Oratorio, una Società di mutuo soccorso per giovani lavoratori.

 

Nel 1851 Don Bosco acquistò la casa di Francesco Pinardi (che prima aveva avuto in affitto).

Nello stesso anno, cominciò i lavori per la costruzione della chiesa, che dedicò a San Francesco di Sales. I lavori terminarono nel 1852 e nello stesso anno la chiesa fu consacrata.

Ancora in quell’anno i suoi ragazzi cominciarono il lavoro di apprendistato in città e Don Bosco iniziò, di fatto, la sua attività sindacale in difesa dei giovani lavoratori.

 

Nel 1852, la casa Pinardi fu seriamente danneggiata per lo scoppio della “polveriera”, creando grave disagio per l’attività dell’Oratorio.

 

Nel 1853, Don Bosco iniziò la pubblicazione delle Letture Cattoliche, costituite da piccoli libri mensili usati per l'istruzione cristiana della gente. Nello stesso anno diede inizio al funzionamento dei primi laboratori professionali, all’interno dell’Oratorio e delle scuole interne ad esso.

 

Nel 1854 (26 gennaio), Don Bosco, con la collaborazione dei giovani Rua, Cagliero, Rocchietti, Artiglia, fonda la Società dei Salesiani, impegnandosi "nella carità verso il prossimo".

Nell’estate dello stesso anno 1854 scoppiò il colera A Torino. Don Bosco promise, ai suoi ragazzi, che nessuno di loro sarebbe stato colpito dalla malattia se si fosse conservato in grazia di Dio e avesse porterà al collo una medaglia della Madonna. I ragazzi allora curarono i malati con grande dedizione e nessuno di loro fu contagiato dal colera.

Ancora nel 1854, il 29 ottobre, entrò nel suo Oratorio, Domenico Savio, che divenne santo a quindici anni.

 

Nel 1855 (25 marzo), vi fu il primo sacerdote salesiano: Michele Rua, il quale fece voto di povertà, castità e obbedienza nelle mani di don Bosco.

 

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Il 29 novembre del 1856 morì la madre Margherita; aveva sessantanove anni.

 

Il 9 marzo del 1857 morì anche Domenico Savio. Don Bosco stesso scrisse la biografia del giovane, che sarà dichiarato Santo da Pio Xll, nel 1954.

 

Nel 1857 Don Bosco iniziò a scrivere le Regole dei Salesiani.

 

Nel 1859 (18 dicembre), si costituì ufficialmente la Congregazione Salesiana, con diciotto Salesiani in tutto (compreso Don Bosco).

 

Nel 1860 morì anche Don Giuseppe Cafasso, il consigliere spirituale di Don Bosco, mentre Michele Rua fu ordinato prete.

 

Negli anni successivi altri giovani, destinati a diventare “Beati”, come Luigi Orione e Federico Albert, entrarono nell’oratorio di Don Bosco,

 

Nel 1861 un gruppo di quattordici salesiani istituì una "Commissione segreta", che doveva annotare tutto ciò che Don Bosco diceva e faceva.

 

Nel 1862 morì, a soli quarantanove anni, Giuseppe, il fratello di don Bosco.

 

Nel 1863 Don Bosco aprì la prima Casa salesiana fuori Torino. Era il "piccolo seminario" di Mirabello Monferrato, che fu diretto da Don Michele Rua. 

 

Nel 1864 iniziò la costruzione della Basilica di Maria Ausiliatrice.

 

Nel 1866 Don Bosco, mediante un’efficace azione di mediazione fra la Santa Sede ed il Governo, chiese il rientro alle loro diocesi dei 45 vescovi esiliati.

 

Il 1° marzo 1869, La Società Salesiana venne approvata dalla Santa Sede. 

Ancora nel 1869, Don Bosco cominciò la pubblicazione, in volumetti, dei classici italiani antichi e moderni per lo studio dei giovani.

Dal 1869 al 1885 ne furono pubblicati 204.

 

Nel 1872 Don Bosco fondò, con Maria Domenica Mazzarello, la Congregazione femminile delle Figlie di Maria Ausiliatrice, detta delle Suore salesiane, per educare la gioventù femminile, così come, mediante la Congregazione Salesiana, aveva iniziato la guida di quella maschile.

 

Nel 1873 morì don Borel. L’opera di Don Bosco fu ostacolata da mons. Gastaldi, Arcivescovo di Torino.

 

Nel 1874 (3 aprile) furono definitivamente approvate, dalla Santa Sede, le Regole della Società Salesiana.

 

Nel 1875 (11 novembre) partì la prima Missione per l’Argentina, guidata da Don Giovanni Cagliero.

 

Nel 1876 Don Bosco fondò la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani (la terza famiglia salesiana) e così la sua opera fu affiancata da quella dei Cooperatori laici, che egli chiamava “Salesiani esterni”. Loro compito è di "aiutare la Chiesa, i Vescovi, i Parroci promuovendo il bene secondo lo spirito della Società Salesiana”.

 

Nel 1877 partirono per le Missioni anche le prime Figlie di Maria Ausiliatrice.

Nello stesso anno Don Bosco iniziò la pubblicazione del Bollettino Salesiano, un periodico diffuso in tutto il mondo.

 

Nel 1881 morì madre Maria Domenica Mazzarello.

 

Nel 1883 morì mons. Gastaldi. Il nuovo Arcivescovo di Torino è il cardinale Alimonda, amico e ammiratore di Don Bosco.

 

Negli ultimi mesi della sua vita, Don Bosco camminava trascinandosi.

All’accompagnatore che gli chiedeva: ”Dove andiamo, Don Bosco?”, egli rispondeva: “Andiamo in Paradiso!”.

 

Nel 1888, a Torino, all’alba del 31 gennaio, don Bosco morì.

 

A quel tempo la Congregazione Salesiana aveva ben duecentocinquanta case “Don Bosco”.

 

Nel 1929 fu beatificato dal Papa Pio XI.

 

Il 1° aprile del 1934, giorno di Pasqua, Don Bosco fu dichiarato Santo. La sua festa ricorre il 31 gennaio.

 

Nella celebrazione del centenario della sua morte, avvenuta nel 1988, il Papa Giovanni Paolo II definì Don Bosco Padre e Maestro della gioventù.

 

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