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■ Programma di sviluppo delle
tecnologie didattiche per il periodo 1997-2000.
Il Ministero della Pubblica Istruzione, considerata la necessità di
rivedere e ridefinire gli obiettivi e i processi formativi del sistema scolastico, adottò un Programma di sviluppo delle tecnologie
didattiche per il periodo 1997-2000.
La necessità di promuovere
tale processo d'aggiornamento derivava anche dall'urgenza di favorire lo sviluppo sociale ed economico del Paese.
D'altra parte, la scuola non
poteva ignorare ulteriormente le nuove tecniche
e tecnologie dell'informazione e
della comunicazione, dal momento
che queste interessano ormai tutti i settori dell'attività umana.
In particolare, il Ministero
pose l'attenzione sulla multimedialità
(multi media = diversi strumenti, ossia uso di diversi strumenti per
la comunicazione delle informazioni e quindi per l'insegnamento), che non andava considerata solo dal
punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto da quello culturale.
Per introdurre la multimedialità
anche nelle scuole, era necessario un adeguato programma di diffusione.
Tale programma, che
interessava tutti gli ordini di scuola, non doveva considerarsi come un intervento straordinario, ma come supporto naturale allo sviluppo dell'informatica
e delle tecnologie della comunicazione.
Esso doveva considerare,
inoltre, che il rapido sviluppo dell'Informatica rendeva presto obsolete le
strutture tecnologiche in uso, per cui sorgeva la necessità di una verifica e riprogrammazione annuale delle
scelte, per definire ulteriori
interventi correttivi.
■ Obiettivi.
Senza voler limitare le libere
scelte dei docenti e nel pieno rispetto degli indirizzi culturali dei diversi ordini di scuola, il Ministero pose l'attenzione sulle seguenti tre categorie di obiettivi:
1) L'educazione
degli studenti alla multimedialità e alla comunicazione.
2) Il
miglioramento dell'efficacia dell'insegnamento e dell'apprendimento delle
discipline.
3) Il
miglioramento della professionalità dei docenti.
Soffermiamoci brevemente su
questi tre punti.
1) L'esercizio
sull'uso di strumenti multimediali sviluppa negli studenti capacità espressive
e creative, rafforzando l'abitudine ad impostare lo studio sul modello della
ricerca scientifica; inoltre abitua i giovani all'uso di strumenti, che
sicuramente saranno utili, quando entreranno nel mondo del lavoro.
Importante, però, non è
tanto l'acquisizione di notevoli abilità operative nell'uso della
multimedialità, quanto la comprensione delle leggi che governano il
funzionamento delle strutture multimediali.
In altre parole, il
Ministero poneva l'attenzione più sulla valenza culturale delle strutture
multimediali che non su un loro uso particolareggiato, perché la scuola ha
principalmente finalità formative.
Il Ministero riteneva,
infatti, che fosse importante principalmente la comprensione degli aspetti funzionali delle tecnologie, poiché
conferisce ai giovani una padronanza
delle logiche e delle tecniche che sono alla base di una prima formazione
professionale, che si consoliderà nell'attività professionale successiva.
Osservazioni.
Molte volte io stesso ho
sostenuto questo principio fondamentale, ossia che è molto più importante
abituare gli studenti a ragionare, a capire, ad interpretare la realtà dei
nostri tempi e del nostro mondo, piuttosto che a riempire la loro mente di
nozioni superflue.
È sicuramente più utile
favorire nei giovani la formazione dei concetti essenziali e di una metodologia
adeguata per risolvere le situazioni problematiche (e in genere per studiare),
che propinare loro nozioni scolastiche, già confezionate, oltre ogni limite.
Le nozioni specifiche, che
oggi non sono indispensabili, i giovani le potranno apprendere in seguito,
quando avranno fatto la scelta definitiva degli studi che dovranno approfondire
per entrare nel mondo del lavoro, mentre lo sviluppo delle capacità mentali,
ossia ciò che più interessa nella fase di formazione liceale, non si può
assolutamente rinviare.
Il Ministero individuava
obiettivi importanti nella crescita intellettuale dei giovani, tra cui lo
sviluppo delle seguenti abilità:
¨ l'espressione e la comunicazione;
¨ la ricerca, l'elaborazione, la rappresentazione delle conoscenze in
relazione alle diverse aree del sapere;
¨ la comunicazione interpersonale e la collaborazione anche a distanza.
E’ importante, si sosteneva,
abituare i giovani all'analisi e all'uso corretto degli strumenti multimediali, in modo che questi possano servire per
¨ lo studio e la crescita culturale;
¨ acquisire un atteggiamento maturo e critico nei loro confronti.
2) L'uso degli strumenti informatici e multimediali,
da parte dei giovani, favorisce l'insegnamento
- apprendimento, ossia la
capacità di gestire la propria crescita intellettuale mediante la guida dei
docenti.
Naturalmente, occorre una
scelta appropriata delle strutture in oggetto, ossia una strategia coerente con
gli obiettivi delle singole istituzioni scolastiche.
Possono
rivelarsi particolarmente efficaci le esercitazioni
didattiche di gruppi di studenti, la risoluzione di problemi posti dai
docenti.
3) I docenti,
poi, dalla conoscenza delle tecnologie multimediali, ricavano un notevole giovamento,
dal punto di vista professionale. Infatti, l'uso delle strutture informatiche
migliora l'efficacia didattica dell'insegnamento e consente, inoltre, la
ricerca di molte informazioni (ad esempio, da Internet, dalle banche dati),
sicuramente utili e aggiornate.
Anche per la formazione dei
docenti, il Ministero chiarisce che l'uso di queste tecnologie non ha per scopo
solo l'aggiornamento, ma deve considerarsi uno strumento utile per migliorare
la loro professionalità.
■ Articolazione dei progetti.
Per gestire in
maniera razionale i progetti destinati ad introdurre nelle scuole le nuove
tecnologie didattiche, conveniva stabilire dei criteri di distinzione fra le
tante possibilità d'interventi, anche in rapporto ad esigenze diverse dei vari
tipi di scuola.
Pertanto, il programma di
sviluppo si articolava in tre categorie
di progetti:
I - Progetti generali.
II - Progetti speciali finalizzati.
III - Progetti pilota.
Ciascuno di questi
era dotato di obiettivi propri, di risorse e di modalità organizzative.
A noi
interessava essenzialmente il primo (I).
■ Progetti generali.
I progetti
generali indicati dal Ministero erano due:
a) Progetto I (a): Unità operative per i docenti
b) Progetto I (b): Multimedialità in classe.
Il Ministero riteneva che il
consenso alle domande delle scuole, intese ad organizzare la multimedialità
nelle classi, non potesse avvenire sulla
base di richieste formulate del tutto liberamente, per varie ragioni:
· una richiesta totalmente
libera non individua alcuna strategia,
sia per la struttura delle attrezzature sia per le risorse negli interventi;
· alcune scuole, almeno
inizialmente, potrebbero non essere in grado di formulare ipotesi compiute,
· la necessità di stabilire
delle priorità e dei vincoli negli
interventi, oltre a criteri di coerenza
con le politiche generali;
· la difficoltà di considerare
richieste troppo varie e imprevedibili.
Le richieste delle singole
istituzioni scolastiche, oltre all'osservanza degli obiettivi posti, dovevano tenere conto:
¨
del diverso stato di
motivazione e di preparazione delle varie scuole;
¨
delle differenze fra ordini
e livelli di scuola;
¨
della varietà delle
tecnologie e della loro rapida evoluzione.
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