Il
Parlamento ha i mezzi per esercitare un controllo efficace sull'attività
comunitaria. In primo luogo su quella della Commissione ma anche su quella del
Consiglio.
Lo
strumento giuridico più efficace di cui il Parlamento dispone nei confronti
della Commissione é il potere di censura. Infatti il Parlamento può costringere
la Commissione a dimettersi votando una mozione di censura a maggioranza dei
suoi membri o dei due terzi dei suffragi espressi. In passato sono state
presentate diverse mozioni di censura ma nessuna è stata approvata.
Generalmente, però, il controllo parlamentare sulla Commissione si esercita
attraverso strumenti meno rigidi.
I
membri della Commissione partecipano alle sedute dell’assemblea e alle riunioni
delle commissioni parlamentari. Nei confronti del Consiglio dei Ministri il
Parlamento dispone di un potere di controllo diretto. Infatti all'inizio della
sua presidenza il Presidente del Consiglio in carica espone il suo programma
all’Assemblea e rende conto dei risultati conseguiti quando la sua presidenza
giunge al termine. Il Parlamento può citare il Consiglio di fronte alla Corte
di Giustizia. Al riguardo una sentenza molto importante è stata quella del
maggio 1985 con la quale i giudici europei hanno accolto il ricorso
dell’Assemblea che chiedeva di
condannare il Consiglio dei Ministri per non avere preso alcuna decisione in
materia di politica dei trasporti.
7. COOPERAZIONE POLITICA.
Instaurata all’inizio degli anni 70, la cooperazione
politica mira ad una azione comune degli stati membri nel settore della
politica estera. Il Parlamento vi è associato mediante i colloqui trimestrali
della sua Commissione con il presidente della cooperazione politica.
8. COOPERAZIONE
CON IL TERZO MONDO
La
Comunità attribuisce grande importanza alla cooperazione con i Paesi del Terzo
Mondo. A tal fine essa ha stipulato anche per la pressione del Parlamento
Europeo, una serie di accordi con i Paesi in via di sviluppo culminati nella
Convenzione di Lomè del 1975 innovata per la quarta volta nel dicembre 1989.
Questa Convenzione, che lega alla CEE 69 paesi dell’Africa, dei Caraibi e del
Pacifico (ACP), costituisce una forma di cooperazione esemplare sotto molteplici
aspetti.
9. LA
COMPOSIZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
GERMANIA 99
FRANCIA 87
ITALIA 87
REGNO
UNITO 87
SPAGNA 64
PAESI
BASSI 31
BELGIO 25
GRECIA 25
PORTOGALLO 25
SVEZIA 22
AUSTRIA 21
FINLANDIA 16
DANIMARCA 16
IRLANDA 15
LUSSENBURGO 6
Essi si riuniscono in 10
gruppi politici e 18 commissioni parlamentari.
10. LE COMMISSIONI PARLAMENTARI
18 commissioni permanenti seguono ogni settore
dell'attività comunitaria:
- commissione politica
- commissione per l'agricoltura, la pesca e lo sviluppo
rurale
- commissione per i bilanci
- commissione per i problemi economici e monetari e la
politica industriale
- commissione per l'energia, la ricerca e la tecnologia
- commissione per le relazioni economiche estere
- commissione giuridica e per i diritti dei cittadini
- commissione per gli affari sociali, l'occupazione e le
condizioni di lavoro
- commissione per la politica regionale e l'assetto
territoriale
- commissione per i
trasporti e il turismo
- commissione per la protezione dell'ambiente, la sanità
pubblica e la tutela dei
consumatori
- commissione per la gioventù, la cultura, l'istruzione, i
mezzi d'informazione e
lo
sport
- commissione per lo sviluppo e la cooperazione
- commissione per il controllo di bilancio
- commissione per gli affari istituzionali
- commissione per il regolamento, la verifica dei poteri e
le immunità
- commissione per i diritti della donna
- commissione per le petizioni
Il
Parlamento può inoltre creare commissioni temporanee e d'inchiesta per l'esame
di problemi specifici, come ha fatto per la droga, il razzismo, le eccedenze
agricole, la qualità della carne bovina.
11. GRUPPI POLITICI.
- Gruppo del partito
del socialismo europeo
- Gruppo del partito popolare
europeo
- Gruppo del partito europeo
dei liberali democratici e riformatori
- Gruppo confederale della
sinistra unitaria europea
- Gruppo unione per l'Europa
- Gruppo verde al Parlamento
Europeo
- Gruppo dell'alleanza radicale europea
- Gruppo Europa delle Nazioni
- Non iscritti
12. DOVE E COME LAVORA IL PARLAMENTO
Il
Parlamento si riunisce in seduta plenaria una volta al mese per una settimana a
Strasburgo nel palazzo d'Europa. Le commissioni e i gruppi politici invece,
anche al fine di facilitare i contatti con il Consiglio e la Commissione delle
Comunità, si riuniscono prevalentemente a Bruxelles. Il segretario generale é
installato a Lussemburgo.
Le
discussioni del Parlamento Europeo e delle sue commissioni si svolgono con l'interpretazione
simultanea nelle nove lingue ufficiali della Comunità e tutti i documenti
parlamentari sono redatti in queste nove lingue. I progetti di legge
comunitaria sono affidati
dal Parlamento Europeo alle
Commissioni parlamentari competenti. Le Commissioni possono
anche elaborare una relazione di propria iniziativa, previa autorizzazione
dell'Ufficio di Presidenza. La relazione è composta da una proposta di
risoluzione, da una motivazione e, se necessario, dagli emendamenti. Poiché la
relazione è oggetto di un dibattito in Aula, al termine il Parlamento vota
sugli emendamenti e sulla proposta di risoluzione.
E'
importante sottolineare che sebbene le disposizioni prevedano la possibilità
che un deputato europeo sia allo stesso modo deputato nazionale, la maggioranza
dei membri dell'Assemblea esercita soltanto il mandato europeo. Il deputato
europeo partecipa alla sessione dell'Assemblea ma anche a molte altre riunioni.
In seduta plenaria prende la parola a titolo personale o come relatore di una
Commissione o portavoce del gruppo politico. Vota sui testi presentati dai
relatori a nome della Commissione o da più deputati a titolo personale o a nome
del gruppo politico. Poiché il voto per delega è vietato, il deputato deve partecipare
personalmente alle votazioni.
13. L’UNITA’
MONETARIA.
Gli
stati che partecipano alla nascita della nuova istituzione sono 11, in pratica
tutti quelli che fanno parte dell'Unione Europea tranne la Grecia, la Svezia,
la Danimarca e il Regno Unito. La Grecia non ha potuto parteciparvi perché non
ha soddisfatto i parametri di convergenza in base ai quali è stata verificata
l'idoneità di un Paese a partecipare all'unione monetaria. Gli altri tre Stati
non sono voluti entrare nell'unione monetaria europea. Già nel corso del 1997
l'Italia aveva raggiunto gli obbiettivi fissati dal trattato di Maastricht
relativamente a 3 parametri sui quattro stabiliti: il debito pubblico è ancora
molto lontano dal traguardo richiesto, e, però, anche molti altri Paesi oltre
all'Italia, non hanno soddisfatto il criterio relativo al debito pubblico.
Gli
Stati dell'Unione Monetaria hanno tuttavia preferito dare una interpretazione
più flessibile del trattato di Maastricht. Come previsto, l'unione economica e
monetaria ha preso via il 1 gennaio 1999 e fino al 1 luglio 2002 il cambio
della lira con le altre dieci monete rimarrà sempre uguale.